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sabato 25 ottobre 2014

CASALE DEL GIGLIO...UNA TRADIZIONE LUNGA PIU' DI UN SECOLO

5 marzo 1914. No, non è il titolo di una canzone, ma la data di un'importante nascita,ad Amatrice ,  della "Ditta Berardino Santarelli & Figli", che porta il nome del proprio fondatore 

Berardino Santarelli
Negli anni successivi la ditta si espande sempre di più ed i 3 figli del fondatore si trasferiscono a Roma, dove inaugurano il primo "Vini e Olii " in Piazza Capranica 99 , seguiti nel corso degli anni da altri 11 punti vendita. 





Nel 1955 Dino Santarelli, uno degli eredi fonda la "Santarelli S.p.A" specializzata nell'imbottigliamento dei vini tipici del Lazio, esportati anche all'estero, soprattutto in Canada.
Nel 1967 ,affascinato dai paesaggi dell'Agro Pontino,che rappresentano una vera e propria sfida dal punto di vista vitivinicolo, crea il "Casale del Giglio" , a 50 km da Roma in località Le Ferriere, nel comune di Aprilia. Poco per volta tutti i negozi vengono ceduti, ad eccezione di quello di piazza Capranica, che da Enoteca si trasforma in ristorante ancora di proprietà della famiglia.



A partire dagli anni 90 , il figlio di Dino, Antonio, avvalendosi della collaborazione dell'enologo trentino Paolo Tiefenthaler ,e seguendo le orme paterne, sviluppa un intenso progetto di ricerca e sperimentazione, ottenendo importanti risultati che porteranno i vini di "casale del Giglio" a farsi conoscere non solo in Italia , ma anche all'estero.
Affezionato a quella terra dove da bambino trascorreva i fine settimana , ha dato vita ad un'impresa ardua e mai intrapresa nel suo genere. Intraprende la coltivazione di ben 60 vitigni differenti  in 180 ettari e crea un progetto di ricerca e di sviluppo che porta il nome stesso del casale, autorizzato dall'Assessorato all'agricoltura della Regione Lazio. Tutt'oggi a questa iniziativa collaborano illustri ricercatori e professori universitari.
I modelli di coltivazione sono ispirati a quelli di Bordeaux, Australia e California, poichè come la zona dell Agro Pontino beneficiano dell'influenza del mare.
Gli obiettivi prefissati sono stati ampiamente raggiunti, e dal 1990 , la Comunità Europea ha autorizzato alla coltivazione  in provincia di Latina di nuovi vitigni come : Chardonnay Sauvignon , Syrah, Petit Verdot, Cabernet Sauvignon e ancora tanti altri.
Quindi la tradizione che viene affiancata da tecniche e colture moderne , bilanciate ed equilibrate tra loro. Attualmente l'Azienda offre una gamma di 20 vini ( tra bianchi, rosati, rossi e raccolte tardive, 3 tipi differenti di grappe e un ottimo olio extravergine )
Ed ecco nel dettaglio sei dei vini che ho ricevuto , in un bellissimo cofanetto, con grembiule, apribottiglie , dvd contenente informazioni preziose e tantissimo materiale informativo che mi ha aiutato a capire quanto amore ci sia per le tradizioni e le proprie origini, ma anche di quanto lavoro ed impegno per creare prodotti nuovi ed eccellenti.








Ma adesso è giusto dare uno sguardo in più ai vini .



Il Souvignon è un vino bianco di origine Bordolese , e predilige le forme di colture non esposte direttamente alla luce del sole ( infatti onde evitarne l'ossidazione si evita la tecnica della sfogliatura).
Viene vendemmiato di solito agli inizi del mese di settembre, per preservare una buona acidità delle uve. 
Dopo una soffice ma accurata pressatura, ed una selezione scrupolosa del mosto fiore, la fermentazione viene indotta molto celermente , per preservarne le caratteristiche aromatiche.Successivamente seguono successivi travasi e la messa in bottiglia verso gennaio, febbraio, e la temperatura non supera gli 8°C.
Si sposa bene con i risotti a base di frutti di mare o con le tipiche frittate alle erbe . Ha una buona struttura ed un profumo intenso e fragrante con sentori di salvia ed ortica , e si presenta con un bel colore paglierino brillante.




Questo vino bianco nasce da uve Petit Manseng, del vitigno Juraçon , zona limitrofa ai Pirenei francesi Atlantici. Quest'uva presenta acini piccoli dalla buccia spessa e produce una esigua quantità di mosto. La raccolta si effettua ad autunno inoltrato e questo fa si che si concentri lo zucchero tramite un processo di appassimento che in francese prende il nome di "passerillage".
La vinificazione ha una breve macerazione a freddo che si aggira tra i 7 e gli 8°C, per 12 ore massime. la pressatura è lenta e soffice, seguita da decantazione statica naturale del mosto intorno ai 14 /16°C. La fermentazione avviene spontaneamente e solo al secondo giorno c'è l'aggiunta di lieviti. Trascorsi 10 giorni il vino viene travasato e solo tra il mese di marzo ed aprile imbottigliato.
Di ottima struttra e di un colore paglierino brillante si sposa molto bene con una "Scorfano all'acqua pazza " (specificando ovviamente ricetta tipica dell'isola di Ponza).




Il nome di questo vino rosso , evoca quello di una dea italica, protettrice della vita e della fertilità il cui culto fu molto venerato nell'Italia centrale e dove le furono dedicati vari templi.
E'prodotto con 2 diversi tipi di uve : per l'85% da Syrah ed il restante 15% da Petit Verdot, raccolte entrambe nel periodo pieno della maturazione, quasi appassimento per la prima tipologia.
La vinificazione avviene in modo separato e con tecniche separate . I vini prodotti vengono messi separatamente in barriques nuove per 22 /24 mesi e poi successivamente avviene un ulteriore affinamento di circa 12 mesi in bottiglia. 
E' un vino che si sposa bene con cibi grassi, quali la mozzarella di bufala, per la sua densità. Al naso si sente sentore di caffè viola e marasca, con screziature di cannella e noce moscata. Al gusto invece è fresco, dal finale fruttato e persistente.




Questo vino rosso, prende il nome da una pianta rampicante silvestre, dal movimento sinuoso e di fiori multicolori uniti in grappoli , che emanano un lieve profumo del sottobosco.
E' composto in parti uguali da uve Merlot , Cabernet- Sauvignon e Petit Verdot. Anche per questo vino la vinificazione avviene in modo separato ed i vini vengono posti , terminata la fermentazione, in piccoli fusti di rovere per circa 20 mesi , ed in questo periodo ovviamente si susseguono vari travasi.Trascorso tale periodo, avviene l'assemblaggio in parti uguali e l'affinamento in bottiglia per 8 /12 mesi.
Dal colore rosso rubino intenso , lascia in bocca note fruttate e balsamiche, mentre all'olfatto sentore di visciole e marasche.
Si abbina perfettamente ad una Cosa alla Vaccinara




Vitigno tipico del Sud della Francia, con grappoli piuttosto compatti, ama i terreni sciolti e poco fertili, che consentono una maturazione lenta e graduale.
Prodotto con il  100% di vitigni Viognier , la raccolta avviene in due tempi : la prima volta quando le uve sono mature al punto giusto, la seconda invece quando sono molto mature. Dopo vari processi lavorativi viene imbottigliato agli inizi della primavera. Si abbina perfettamente a piatti italiani di pesce crudo , ma anche internazionale come il Sashimi. Si presenta con un bel colore giallo brillante e da sentore di note floreali come, rosa, tiglio, ginestra, mentre al gusto lascia il sapore di pesca ed albicocca.




E' un vitigno proveniente da Bordeauxed è una varietà tardiva che ha trovato il suo habitat ideale nell'Agro pontino.
E' un vino dal colore rubino violaceo, e la vinificazione avviene da uve molto mature, che dopo varie lavorazioni si lascia affinare in barriques per 8/12 mesi e successivamente altri 6 in bottiglia.
Ha un profumo di frutti rossi, quali la ciliegia , ma non disdegna le note vegetali del ginepro e del mirto. Lascia in bocca un sapore speziato e di pepe bianco.
Adatto per accompagnare le cotolette di abbacchio in forno

Consiglio tutti di provare i prodotti che offre l'azienda Casale del Giglio, vincitori di innumerevoli premi e riconoscimenti, e di visitare il sito www.casaledelgiglio.it  , dove potrete avere una panoramica ancora più ampia di un'eccellenza italiana , il cui impegno continua anche con l'affiancamento a vari progetti archeologici.
Un tour tra storia, tradizioni , innovazioni ed eccellenze italiane.

















venerdì 17 ottobre 2014

PIZZA GLUTEN FREE

Quando quasi un anno fa abbiamo scoperto che il nostro cucciolo era celiaco, devo dire che sia io che il papà abbiamo avuto un attimo di smarrimento. Non è una tragedia, ma un pochettino la vita , o meglio ancora le abitudini alimentari cambiano. 
Il difficile per me che sono l'addetta ai fornelli era riuscire a preparargli cose il cui gusto fosse accettabile e che si avvicinasse il più possibile a quello che aveva sempre mangiato.
La prova più ardua da superare era l'impasto della pizza !!!!
Mamma mia e che disastro !!!! Se ci penso ancora adesso non so se piangere o ridere, ma forse , per aiutare qualcuno che come me si è trovato nella mia stessa situazione, è bene che vi racconti tutto dall'inizio...magari ci scappa anche una risata.
Insomma il mio cucciolo una sera mi aveva chiesto una bella pizza...si perchè in casa nostra il giovedì o il venerdì è la serata dedicata alla pizza !!! 
Ho comprato la farina (ovviamente quella senza glutine) , il lievito in bustina , quello granulare sempre adatto ai celiaci , e ho preteso di impastare la miscela come una classica farina. Non vi dico !!!! Sembravo un muratore che impastava la calce... un impasto appiccicoso, colloso, che rimaneva attaccato tutto intorno alle dita.
Un vero e proprio disastro per metterlo nella teglia , ed anche dopo averlo cotto non è che la situazione sia migliorata...insomma , come si suol dire dalle mie parti era una vera e propria "pappocchia" . Poverino il mio cucciolo che mi guardava perplesso, e povera me che mi sentivo con il morale al di sotto della terra, sprofondato nel più profondo degli abissi.
Per vari giorni ho provato varie ricette :  prese dal web, consigliate da amiche , o semplicemente sperimentate da me. Niente il risultato era sempre lo stesso...
Ma finalmente ecco che mi arriva una soluzione a portata di mano : un corso per pizza gluten free , gratuito ( e questo elemento non è poco) , che si teneva all'inaugurazione di un negozio presso il mio paese e a tenerlo era il campione nazionale di pizza senza glutine.
Secondo voi mi sarei lasciata scappare l'occasione ? Noooooo e allora accompagnata dal marito ecco che decido di iscrivermi e per fortuna che sono arrivata tra le prime 10 , poichè poi per gli altri il corso sarebbe stato solo visivo.
Da allora questa ricetta non la lascio più, è diventata come la monetina numero Uno di Paperon de Paperoni .... e chi la lascia più , il risultato è ottimo, sembra come quella della pizzeria e il cucciolo di casa è stato ampiamente accontentato.
Un paio di consigli prima di passare alla ricetta vera e propria. per poterla realizzare correttamente occorre una bilancia che pesi i grammi , ed è possibile utilizzare per i celiaci il lievito fresco, quello che erroneamente definiamo lievito di birra. Le foto postate si riferiscono ad una pizza classica con sopra adagiate le patatine fritte (opera questa di mio figlio), poichè è così che piace al mio piccolo, ma voi potete condirla come più vi piace.
Allora che o chi aspettiamo? Tutti con le mani in pasto !!!!!

Scopri un'altra ricetta senza glutine



- Difficoltà : media
- Tempo : 5 ore 
- Costo : € 2 circa

- Ingredienti per una teglia da 26 cm :
125 g di acqua
175 g di farina senza glutine Bi-Aglut ( pacco da 1 kg)
7 g di sale
2 g di lievito fresco
1 cucchiaino di olio extravergine di oliva

Per condire :
Polpa di pomodoro
sale qb
olio evo qb


Impasto dopo 4 ore di lievitazione 

- Preparazione :
Pesate la farina e mettetela da parte. 
In una ciotola alta pesate l'acqua a temperatura ambiente , il sale ed il lievito e mescolate finchè questi ultimi due ingredienti non si scioglino. 
adesso nei liquidi , tutto di botto, versatevi la farina e attenzione, mescolate il tutto senza l'ausilio delle mani, ma semplicemente rigirando la scodella. Con questo movimento, l'acqua sarà assorbita dalla farina e formerà una sorta di grossi grumi. 
Proprio adesso, dovrete compattare il tutto schiacciando con il palmo delle mani, non con le dita. Quando avrete formato una palla compatta, in un angolo della scodella versate il cucchiaino di olio, e sempre con il palmo delle mani, ma con estrema delicatezza, cospargerete l'esterno dell'impasto.
Avvolgetelo nella pellicola e a questo punto avrete due opzioni. 
La prima , se volete papparla in giornata , è di farla lievitare per 4 ore ; la seconda opzione è di porla in frigo dove si conserva per 5 giorni ( in questo caso però prima di consumarla è bene tirarla fuori dal frigo 2 ore prima di cuocerla).
Trascorso il temo di lievitazione, con un tovagliolo imbevuto di olio ungete una teglia del diametro di 26 cm e con le mani stendetevi l'impasto , che condirete come più vi aggrada.
Ad esempio la versione classica è polpa pomodoro, sale, olio .
Cuocetela per 25 minuti a 200° se il forno è statico, 180° se ventilato.

- Occorrente :
Bilancia , ciotola , pellicola da cucina, teglia 26 cm di diametro. 



venerdì 10 ottobre 2014

#worldeggday .... E LE UOVA A SORPRESA !!!!

Qualche mese fa , è stata la giornata mondiale del latte , oggi invece 10 ottobre si celebra la Giornata Mondiale dell'Uovo , indetta dalla FAO. 
Di solito con il termine "uova" intendiamo quelle di gallina, che in cucina sono le  più comunemente utilizzate, ma si consumano anche quelle di quaglia, di struzzo, di anatra, oche...
Ad essere onesta, se l'Azienda Le Naturelle non mi avesse avvisato di questa iniziativa, non ne sarei davvero venuta a conoscenza. Le Naturelle è un'azienda che produce diverse tipologie del prodotto provenienti da allevamenti tradizionali , a terra, all'aperto e biologici, garantendo al consumatore il massimo della qualità e serietà. Insomma un altro vanto dell'Italia .
Ma ritornando alle uova, sapete qual'è la composizione di un uovo medio , il cui peso si aggira intorno ai 60 grammi ? Il 65,5% è composto da acqua, il 12% da proteine nobili , l'11,5 % da sali minerali ed il restante da grassi. 
Pensate ogni giorno in tutto il mondo ne vengono consumate 2 miliardi , per un totale annuo di 700 miliardi di unità , e noi italiani in media ne consumiamo 282 a testa. Infatti rispetto agli anni precedenti è salita anche la media settimanale che passa da  2 a 4.
Ma perchè decidere di indire una giornata per poterle celebrare in tutto il mondo? Le risposte sono semplici, ma nello stesso tempo molteplici ;  trovano in cucina un largo impiego, molteplici le ricette a base di uova , e altrettante in cui il loro utilizzo è indispensabile e/o richiesto. In ogni parte del mondo si consumano ad orari diversi e in pasti diversi, partendo dalla colazione, fino ad arrivare alla cena , passando per uno spuntino , non dimenticando poi il loro costo contenuto rispetto a tanti altri cibi.
Quando ho letto la mail che mi chiedeva appunto di preparare una ricetta , la mia mente è stata affollata da un sacco di idee , che sgomitavano tra loro, e quando ho cercato di tirarne fuori una il risultato è stato che girovagavo per casa e dicevo :- No, la frittata è ottima, ma troppo banale...questa no , quest'altra neppure, questa non so ! .
Infine l'ispirazione come al solito me l'ha data il piccolino di casa; aveva in mano un ovetto di cioccolata, quelli con dentro la sorpresa e allora ecco che sbuca la mia famosa lampadina e alla fine ho preparato una ricetta molto semplice, ma gustosissima , adatta sia per un secondo , che per un antipasto o un buffet ...e allora non mi resta altro che augurarvi una buona giornata delle uova , e se ne avrete voglia potete partecipare anche voi con le vostre idee per il #worldeggday 




- Difficoltà : facile
- Tempo : 90 minuti 
- Costo : € 6 circa
- Ingredienti per 5 uova :
300 g di macinato di vitello
80 g di formaggio grattugiato
50 g di mollica di pane raffermo
7 uova
sale qb
pepe qb
1 spolverata di noce moscata
aromi per carne 

50 g di farina tipo "00"
farina di mais per l'impanatura 
olio di semi per friggere


- Preparazione :
Per prima cosa prendete 5 uova e fatele sode . Sgusciatele e lasciatele raffreddare.
Nel frattempo prendete il macinato , mettetelo in una terrina e unitevi il formaggio grattugiato,la mollica del pane raffermo sbriciolata finemente, le 2 uova battute , sale, pepe, aromi per carne e noce moscata . Mescolate bene il tutto .
Adesso prendete le uova sode, passatele leggermente nella farina , ed intorno adagiatevi il composto di macinato. Rigirate bene tra le mani, l'uovo deve essere completamente ricoperto. Passatelo nella farina di mais ( che renderà il vostro fritto bello croccante) ed infine friggete in un pentolino alto con abbondante olio di semi.
Scolate su paglia e servi sia tiepide che fredde.

- Occorrente :
Padellina dai bordi alti, carta paglia





mercoledì 8 ottobre 2014

RAIMBOW CAKE

Sapete che cosa mi manca di questo autunno inesistente? una bella pioggia , seguita dall'arcobaleno. 
L'arcobaleno mi ha sempre affascinato, a prescindere dallo splendido spettacolo, forse per tutte le storie meravigliose che mi raccontava mia nonna. Sosteneva che alla fine dello stesso vi era una pentola piena d'oro messa lì da un folletto dispettoso ,ma al contempo benevolo che dalle mie parti prende il nome di Mazzamaureglio. 
Eppure spesso , quando capita di vederne uno dipinto in cielo , mi piace narrare a mio figlio, una sorta di favoletta ... beh a dire il vero è la traduzione della canzone "Over the raimbow" (per capirci , la canzone che un anno fa è stata la colonna sonora di uno spot sul mondo della telefonia ) e che recita :

Da qualche parte sopra l'arcobaleno 
proprio lassù, ci sono i sogni che hai fatto 
una volta durante la ninna nanna .

Da qualche parte sopra l'arcobaleno 
volano uccelli blu e i sogni che hai fatto, 
i sogni diventano davvero realtà .
Un giorno esprimerò un desiderio 
su una stella cadente ,
mi sveglierò quando le nuvole 

saranno lontane dietro di me ,
dove i problemi si fondono come gocce di limone ,
lassù in alto, sulle cime dei camini 

è proprio lì che mi troverai ...
...Beh vedo gli alberi del prato e 

anche le rose rosse 
le guarderò mentre fioriscono 
per me e per te 
e penso tra me e me 
"che mondo meraviglioso!"
..........

Insomma a noi l'arcobaleno piace talmente tanto che abbiamo deciso di portarlo in tavola. Tutta colpa anche dei programmi che trasmettono in Tv , tipo "Bake of Italia", che a detta del mio papà mettono un pò troppa ispirazione nella mia zucca .
Insomma ho voluto realizzare la Rainbow Cake , con una ricetta davvero molto semplice che ho trovato sul web e che ho come al solito leggermente modificato. Il risultato? Essermi divertita uno sballo per averla realizzata , essere fiera di me stessa per il risultato ottenuto e ...poi perchè davvero sulla mia tavola è arrivata una fetta di arcobaleno.
Insomma bando alle ciance e mani in pasto...

Scopri la ricetta della torta con la zucca


- Difficoltà : difficile
- Tempo : 4 ore 
- Costo : € 8 circa


- Ingredienti :
400 g di farina tipo "00"
400 g di burro 
400 g di zucchero 
8 uova intere
1 bacca o bustina di vaniglia
1 bustina di lievito secco per dolci 
coloranti alimentari : viola, giallo, rosso, verde, celeste 

Per la crema 
500 ml di panna da montare 
200 g di burro
150 g di zucchero a velo
1 bustina di vanillina
10 ml di liquore Benevento

Per la bagna 
250 ml di acqua
50 g di zucchero
50 ml di liquore Benevento



- Preparazione :
Versate in un robot da cucina o meglio ancora in una planetaria le uova , con lo zucchero e la vanillina . fate lavorare il tutto per almeno una decina di minuti, fino  a quando il composto non diventerà bianco e spumoso. Volendo potreste utilizzare anche il classico frullino, dovrete in tal caso aumentare solo il tempo della preparazione di 5 minuti.
Fatto ciò versate il burro che avrete fatto fondere e raffreddare , a filo, con il robot in movimento. Sempre nello stesso modo verserete la farina poco per volta ed in ultimo il lievito.
Adesso, con molta pazienza, pesate il composto  e dividetelo in 6 porzioni di ugual peso. In ognuna di esse aggiungerete un cucchiaino di colorante in gel e mescolerete bene il tutto ( solo per ottenere l'arancione verserete in parti uguali un cucchiaino di rosso ed uno di giallo).
Ungete gli stampi da 15 cm di diametro (io ad esempio ne avevo a disposizione 2 , quindi ho cotto 2 pan di spagna per volta ) ed infornate a 160° se ventilato, 180° se statico , per 30 minuti.
Appena pronti sfornateli e lasciateli raffreddare, anche se vi consiglio di prepararli sempre il giorno prima di farcire la torta.

- Per la crema :
Montate in un robot da cucina il burro con lo zucchero a velo e l'aroma di vaniglia. Unite solo 250 g di panna precedentemente montata ed il liquore Benevento e rimescolate delicatamente con un cucchiaio questa volta , dal basso verso l'alto.



- Assemblaggio:
Togliete al Pan di Spagna leggermente la parte superiore, che sarà leggermente colorata i marroncino ed iniziate a farcire la torta, alternando ovviamente uno strato di Pan di Spagna con uno sottilissimo di crema , e bagnandolo molto poco, poichè risulterà molto morbido di suo , ed onde evitare crolli .
L'ordine dei colori, iniziando dalla base sarà : viola , blu, verde, giallo, arancio e rosso.
Una volta completata potrete decorarla con la panna rimasta a vostro piacimento. Ad esempio io ho preferito lasciarla all'esterno semplice, evitando di colorarla ulteriormente, anche perchè la bellezza sta tutta nell'interno della torta.

- Occorrente:
Robot da cucina o planetaria o frullino , teglia o teglie del diametro di 15 cm .