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giovedì 25 dicembre 2014

Buone Feste

Parole semplici, discorsi complicati, frasi fatte o mai dette... Insomma in un giorno così speciale, dove si respira nell'aria la magia che si ripete da duemila anni e più , non posso far altro che sussurrarvi i miei migliori auguri di un buon Natale !!!!




sabato 20 dicembre 2014

IL PANDORO ... FINALMENTE

 Natale non è Natale se in casa mia manca il Pandoro ...e qui viene il bello. Vi starete chiedendo il perchè? Semplicemente perchè la maggioranza patteggia per il panettone, quello classico con l'uvetta ed i canditi ( che a me proprio non va giù). E dopo circa tre anni passati ad impastare panettoni di un pò tutti i gusti, mio marito si è decisamente stufato.
Lunedì mattina siamo usciti insieme ed appena arrivati nella drogheria centenaria del mio paese "Gosta" mentre io acquistavo degli ingredienti che mi occorrevano per impasticciare in questi giorni, lui si è avvicinato con lo stampo a stella , il penultimo rimasto in vetrina. 
Beh carinamente me lo ha regalato e poi una volta a casa mi ha detto :- Adesso è ora del pandoro, vedi tu quando vuoi farmene uno !
Una gesto gentile seguito da una piccola pretese , che come risposta da parte mia ha avuto :- Bene, facciamo crescere un altro poco la panza (pancia )!
Allora , presa anche io dall'entusiasmo, ho messo sul tavolo del soggiorno le varie ricette che avevo del pandoro. Alcune bisognava lavorare l'impasto nella planetaria per più di 30 minuti...e se la foodblogger la planetaria non ce l'ha ? Mmmmmm bel problema.... Altre prevedevano cotture velocissime ed impasti molto ma molto semplici.
La mia attenzione è stata catturata dal cartellino attaccato allo stampo, che riportava appunto la ricetta . Effettuando varie ricerche, anche in internet, ho visto che la ricetta originale prevedeva la sfogliatura come quella indicata dal cartellino  , e allora perchè non farlo proprio così.
A primo impatto non sapevo se stavo complicandomi la vita , ma siccome non avevo mai provato prima, nella peggiore delle ipotesi sarebbe stato un tentativo andato a male,  quindi una ricetta da scartare.
Meglio avvisarvi che ho iniziato alle nove di mattina per terminare il tutto alle nove di sera... vari impasti , la sfogliatura ed una lunga lievitazione.
Vi starete chiedendo del risultato? Non potrei essere più felice ; ottimo sia nel gusto che nella morbidezza, conservanti zero, grassi e zuccheri più contenuti rispetto a quelli di lavorazione industriale , se legato in un sacchetto di plastica si conserva benissimo, soddisfazione alle stelle.
Insomma missione pandoro perfettamente riuscita, solo che adesso oltre al panettone mi tocca faticare il doppio !!!!
 Mah cosa non si fa per accontentare questi mariti !!!! 
Meglio non allungarci troppo in chiacchiere , visto che la ricetta è lunga ma non troppo laboriosa, l'importante è avere un pizzico di pazienza e tempo a disposizione. Ho deciso di riportarvela così come io l'ho realizzata e con gli eventuali accorgimenti da me utilizzati; ma è bene anche dire che tale ricetta è stata approvata dalla rivista "Più Dolci".
Non mi resta altro che augurarvi buone mani in pasto !!!!


- Difficoltà : alta
- Tempo : 12 ore
- Costo :  € 2.5

Ingredienti per uno stampo da 750 g :
360 g di farina Manitoba
3 uova intere
1 tuorlo
20 g lievito di birra
120 g di zucchero
15 g di margarina vegetale
115 g di burro da sfoglia
60 g di acqua tiepida
1 cucchiaino di sale
2 bustine di vanillina
la buccia grattugiata di 1/2 limone
la buccia grattugiata di 1 arancia
zucchero a velo per decorare


- Preparazione :
- Primo impasto:
Sciogliete 8 g di lievito di birra in 55 g di acqua tiepida. Versate il tutto in un robot da cucina ed unite il tuorlo , 1 cucchiaio e mezzo di zucchero e 45 g di farina Manitoba. Impastate il tutto e lasciate lievitare per un'ora.

- Secondo impasto:
In un bicchiere versate 1 cucchiaio e mezzo di acqua tiepida, e scioglietevi i restanti 12 g di lievito di birra. Versate nel mixer sull'altro impasto, ed aggiungete 165 g di Manitoba , 30 g di zucchero, 15 g di margarina vegetale morbida ed un uovo intero. Impastate il tutto fino ad ottenere una massa omogenea. Lasciate lievitare anche questa volta per un'ora.

- Terzo impasto:
All'impasto nel mixer aggiungete 150 g di farina Manitoba, 75 g di zucchero, la vanillina, il sale , la scorza grattugiata dei 2 agrumi e le 2 uova intere. Impastate bene il tutto e lasciate lievitare per 90 minuti.

- Quarto impasto :
Ravvivate l'impasto per pochissimi secondi , infine adagiatelo in una ciotola, copritelo con della pellicola e ponetelo per 30 minuti in frigorifero.
Trascorso tale tempo, versatelo su di una spianatoia ben infarinata, e con un mattarello altrettanto infarinato stendete fino a formare un quadrato di 30 centimetri per lato.
Al centro ponete il burro da sfoglia ( che è lo stesso che si utilizza per la pasta sfoglia )lasciato a temperatura ambiente per ammorbidirlo . (In realtà vi consiglio ulteriormente di adagiarlo tra due fogli di cartaforno e di batterlo con il mattarello, per ammorbidirlo ancora di più).
Ripiegate i quattro angoli della sfoglia al centro, fino a coprire il burro e con il mattarello formare un rettangolo 50 centimetri per 30. Ripiegate la pasta a tre , ponetela su di un vassoio, copritela con la pellicola e ponete in frigo per 15 minuti.
Questa operazione va ripetuta per altre due volte, ma a dirvi il vero io l'ho ripetuta fino a quando il burro non si è sciolto del tutto.
Adesso formate una bella palla liscia e ponetela nello stampo imburrato ed infarinato, lasciando lievitare il tutto coperto con un canovaccio per 5 / 6 ore circa.
Quando l'impasto avrà superato il bordo di un centimetro mettete nel forno un pentolino con dell'acqua, infornate il pandoro e cuocete i primi 15 minuti a 170° con forno ventilato ed i successivi 25 minuti a 160°.
Una volta cotto sfornatelo, lasciatelo intiepidire almeno 15 minuti prima di toglierlo dallo stampo e poi fatelo raffreddare.
Prima di servire, mettetelo in una busta versatevi dello zucchero a velo, chiudete il sacchetto ed agitate bene il tutto.


- Occorrente :
cartaforno, pellicola da cucina, stampo da pandoro , robot da cucina, mattarello, spianatoia








martedì 16 dicembre 2014

I PANINI DI POLDO

Vi ricordate di Poldo , l'amico di Braccio di Ferro? Quel bonaccione che qualunque cosa facesse tirava fuori i suoi mega panini americani e , con una tranquillità assoluta li divorava uno per volta.
A dire il vero a me faceva venire proprio una gran voglia, solo che siccome sono un pò schizzinosetta sul cibo , o per essere onesta al 100% mi piace mangiar bene, non mi garbano proprio nè quelli acquistati al supermercato, nè quelli mangiati nei fast-food .
Però gira e rigira, prova e riprova varie ricette ne ho trovata e modificata una che davvero mi fa impazzire, ed anche il maritino devo dire , con pochi passaggi ma dal risultato ultra garantito.
Sono ottimi da preparare anche per una serata da trascorrere con gli amici, soprattutto in queste sere di festa.
Si perchè tra qualche giorno, nella mia famiglia tipicamente campana , o per meglio dire napoletana inizia la maratona...ops volevo dire la tombola. Un gioco che a me diverte da pazzi . Si, serate piene di persone : vicini di casa, amici , parenti , che si prolungano fino a notte tarda , con risate a volontà, urla di bambini schiamazzi... no, forse su quest'ultima scena ho un pò esagerato, meglio rassicurare l'amministratore del palazzo dove vivo...insomma serate piene di risate e tanto , tanto divertimento. Tra una chiacchiera e l'altra poi ci scappano anche uno o due caffè, rococò, mostaccioli, struffoli , panettoni, cantuccini...ma se si inizia a giocare nel primo pomeriggio, perchè poi interrompere il gioco per la cena? E diciamocela tutta, ma durante tutti questi giorni di festa è proprio necessario cenare dopo i vari pranzi luculliani? 
No, assolutamente no, ma è carino però presentare uno spuntino sfizioso agli ospiti, che non deve essere sempre una portata complicata o elaborata, ma anche un semplice panino. E credetemi se fatto con le nostre mani la soddisfazione poi sarà doppia. 
Il bello di questi panini è che se li conserviamo in un sacchetto, il giorno dopo saranno ancora morbidissimi.
Allora per queste feste pensiamo anche ad una serata a casa, con le persone che amiamo e , ad un divertimento sano, genuino, con uno spuntino carino ed originale.
Buone mani in pasto e buona tombolata o giochi di carte che sia...e ricordatevi che perdere al gioco significa essere fortunati in amore !!!!



- Difficoltà : facile
- Tempo : 3 ore e mezza
- Costo : € 2 .5



- Ingredienti per 7 panini :

450 g di farina Manitoba
30 g di margarina vegetale
40 g di zucchero
1 uovo intero
10 g di sale
15 g di lievito di birra
180 g di acqua 

- Per la superficie 
1 tuorlo
15 g di latte 
semi di sesamo qb

- Preparazione :
In un robot da cucina  , oppure se volete a mano ( anche se vi comporterà un enorme fatica) , mettere la farina, il lievito sbriciolato, la margarina a temperatura ambiente spezzettata, lo zucchero, il sale, l'uovo e l'acqua leggermente tiepida ( mi raccomando non dovrò superare i i 37 °C ). Impastate il tutto per una decina di minuti , o almeno fino a quando l'impasto non sarà bello elastico e compatto. 
Trasferitelo in una ciotola spennellata con dell'olio di oliva, coprite il tutto con un canovaccio e lasciate lievitare lontano da correnti di aria , per 2 ore.
Trascorso tale tempo, formate tutte palline da 90 g ( per questa operazione io vi consiglio di utilizzare come io stesso faccio una bilancia). Date loro una bella forma liscia e ponetele su una teglia rivestite con cartaforno e ben distanziate le une dalle altre , onde evitare che in cottura si attacchino tra loro. 
Adesso in un piattino sbattete il tuorlo con il latte e con un pennellino spennellate la superficie dei panini , che subito dopo cospargerete con i semi di sesamo.
Lasciate lievitare per un'altra ora ed infornate a 180° se il forno è statico, 160° se ventilato per una ventina di minuti.
Appena cotti sfornateli e lasciateli raffreddare, per poi farcirli come più vi aggradano.
Se chiusi in un sacchetto , sono ottimi anche il giorno dopo.



- Occorrente :
Robot da cucina , ciotola, canovaccio, bilancia, pennello da cucina, teglia, cartaforno


- Consiglio:
Si prestano bene anche per un buffet farciti con salumi , in quel caso vi consiglio di farli leggermente più piccoli, ovvero intorno ai 40 g di peso.




sabato 13 dicembre 2014

I TURCINELLI

Come spesso ripeto ogni regione d'Italia è bella poichè presenta una varietà infinita di prodotti culinari. E durante il periodo natalizio vengono fuori innumerevoli tradizioni, che andrebbero valorizzate e tramandate, ritenendo che esse siano un vero e proprio patrimonio culturale.
Tipici della mia zona sono i cosiddetti "Turcinelli " ovvero una sorta di zeppole o pizzette   fritte aromatizzate con la cannella e facoltativamente arricchite con i filetti di alici dissalate , che il giorno della vigilia di Natale sostituiscono il pane in tavola.
Ricordo che da bambina era mia nonna intenta nella preparazione, e non ne impastava un chilo o due, ma quasi una decina , che distribuiva in modo equo alle famiglie dei suoi 8 figli, e di certo non mancavano mai dei fagotti da portare a conoscenti vari.
Ricordo che mia nonna tirava su le maniche delle maglie, ed iniziava ad impastare accanto al focolare , energicamente, fino a quando l'impasto non risultava elastico. Li lasciava lievitare e poi con una maestria d'altri tempi si dedicava alla fase finale della cottura. Con le mani unte con un pò di olio di oliva , prendeva un pugnetto di pasta ed iniziava ad allargarla, creando un a sorta di ciambella con il buco al centro. Con enorme delicatezza l'adagiava nell'olio ben caldo e con una canna, si avete capito bene , non con forchette o altri attrezzi, ma con una  canna, allargava sempre di più il foro, altrimenti in cottura lievitando scomparirebbe.
Dopo averli fatti ben dorare sue due lati li sgocciolava . In antichità quando il dolce non era possibile mangiarlo tutti i giorni, quando si cucinavano ovviamente senza alici, i bambini erano soliti cospargerli con del semplicissimo zucchero semolato.
Devo essere onesta, anche io lo faccio, in ricordo di un gesto consueto che ogni anno si ripeteva puntuale .
Oggi sono mia madre ed una delle sue sorelle a prepararli , in quantitativi minori, ma che volete....Natale non è Natale se non ci sono in tavola i Turcinelli...
E allora con un mare di bei ricordi che sanno di tradizioni e profumano di un passato sempre presente , è ora di mettere le mani in pasto !!!



- Difficoltà : media
- Tempo : 4 ore
- Costo : € 3 circa 


- INGREDIENTI :
1 Kg di farina tipo "00"
1 cubetto lievito di lievito di birra
1 cucchiaio di sale fino
1 spolverata abbondante di cannella
20 filetti di alici dissalate sfilettate ( facoltative)
acqua minerale qb
1 l olio di semi per friggere


- Preparazione:
Setacciate in una terrina la farina, spolverate con abbondante cannella e aggiungete il lievito di birra disciolto in acqua tiepida. Iniziate ad impastare aggiungendo a poco a poco dell'altra acqua tiepida, fino ad ottenere un impasto elastico e leggermente fluido. A questo punto è possibile aggiungere all'impasto le alici spezzettate ; quest'ultimo passaggio in realtà è facoltativo.
Lasciate lievitare coprendo con un canovaccio per un paio di ore.
A questo punto in una padella bella larga versate e fate riscaldare 1 l di olio di semi , e con le mani, che di tanto in tanto ungerete in un pò di olio di oliva  per avere maggiore manualità con l'impasto, prendete un pò del composto e allargatelo creando un buco al centro. Fate friggere fino a quando entrambi i lati saranno belli dorati e scolate su carta assorbente.



martedì 2 dicembre 2014

IL TRONCO DEI FOLLETTI

Con l'arrivo del mese di dicembre, ormai si fa il conto alla rovescia per le feste natalizie. Addobbi da sistemare, parenti che arrivano e spese , seppur ridimensionate per via della crisi da fare.
A proposito di spese e crisi ,credo che quest'anno mi comporterò come tutti gli altri anni e come cioè la mia famiglia mi ha insegnato. Strenne solo per i bambini ... vabbeh a loro in realtà ci pensa Babbo Natale !!! Per gli adulti semplici pensierini realizzati con le proprie mani, oppure vassoi di dolcetti , perchè il Natale non deve essere una festa  commerciale, ma una festa di pace che deve invadere soprattutto i nostri cuori.
Comunque ogni anno , come è solito soprattutto per San Silvestro preparo il tronchetto, buono si, ma nella decorazione mi lasciava sempre un pò a desiderare e tante volte, soprattutto se c'erano ospiti particolari, nonostante l'ottimo sapore optavamo per l'acquisto nella pasticceria più rinomata del mio paese.
Ma quest'anno no , no, e ancora no !!!! E' mai possibile che questo tronchetto della felicità proprio non venga come io lo desidero , e dove sbaglio?
Detto fatto !!! No, non è il programma di Caterina Balivo, ma bensì le parole di mio marito, che ogni mese ritorna a casa con un cumulo di riviste di cucina, in modo che non mi  manchi mai l'ispirazione culinaria .
 Proprio il mese scorso mio marito ha acquistato la rivista Più Dolci, e sfogliando tra le prime pagine ho visto lui, l'indiscusso tronchetto. Leggendo la ricetta ho notato che la pasta biscotto era proprio come la facevo io, con la piccola differenza che all'interno metto un cucchiaino di lievito secco per dolci. La crema... beh la mia mi piace e devo dire piace a tutti , ma quello che mi ha entusiasmato è stata la copertura che ho copiato di pari passo questa volta. Ovviamente ho aggiunto qualche decorazione in più , per renderlo più mio, ma il risultato è stato soddisfacente e devo dire che è andato a ruba... adesso c'è solo da replicare l'ultimo dell'anno ed in barba alle pasticcerie... perchè spesso la crisi si può combattere anche con un bel pò di pazienza e di fai da te , basta fare due semplici calcoli in tasca , per vedere quanto costa un prodotto fatto con le proprie mani , e uno acquistato . E poi la soddisfazione ? 
Insomma bando alle ciance e agli sprechi, e mani in pasto, per poter portare sulle nostre tavole tante cose buone a costi contenuti...
Si, mi piace proprio quest'ultimo pensiero e allora per  le festività vi presenterò tante idee carine a costi contenuti.



- Difficoltà : media
- Tempo : 2 ore
- Costo: € 10 



- Ingredienti per 12 persone :
- Per la pasta biscotto 
85 g di farina tipo "00"
85 g di zucchero
1 bustina di vanillina
2 tuorli
135 g di albumi (circa 4)
1 cucchiaino di lievito secco per dolci
-Per la crema 
250 ml di panna da montare 
100 g di burro
75 g di zucchero a velo
1 bustina di vanillina
10 ml di liquore Benevento
- Per la ganache :
150 ml di panna
130 g cioccolato fondente
170 g cioccolato al latte
- Copertura :
200 g di cioccolato al latte
-Per guarnire
zucchero a velo, funghetti di zucchero

- Preparazione :
Per la pasta biscotto 
In una piccola ciotola con un frullino elettrico sbattete energicamente i 2 tuorli con 15 g di zucchero , fino a quando il composto non assumerà un colore bianco. 
In un altra ciotola a parte montate a neve gli albumi insieme ai restanti 70 g di zucchero. 
A questo punto mescolate dapprima i tuorli con gli albumi e poi setacciatevi poco per volta la farina con il lievito e la vaniglia . Mescolate con un mestolo dal basso verso l'alto con molta delicatezza , onde evitare che il composto si smonti. Versate il tutto su una teglia 30 x 40 rivestita di cartaforno ed infornate a 170° se il forno è ventilato, 190° se statico , per 15 minuti.
Appena cotto, sfornatelo e adagiatelo su di un canovaccio bagnato e ben strizzato cosparso di zucchero semolato. Arrotolate e lasciate raffreddare a temperatura ambiente. 
Nel frattempo potrete dedicarvi alla preparazione della crema e ganache.

Per la crema :
Montate in un robot da cucina il burro con lo zucchero a velo e l'aroma di vaniglia. Unite  250 g di panna precedentemente montata ed il liquore Benevento e rimescolate delicatamente con un cucchiaio questa volta , dal basso verso l'alto.

Per la ganache :
In un pentolino portate a bollore la panna , e appena avviene il bollore, abbassate la fiamma e fate sciogliere i due tipi di cioccolato, rimescolando in continuazione. Appena si sarà sciolto, togliete dal fuoco e fate raffreddare.

Cioccolato per la copertura
Sciogliete a bagnomaria il cioccolato per la copertura e stendetelo in uno strato sottile in una teglia rettangolare rivestita di cartaforno. Riponete immediatamente in frigorifero.

Assemblaggio
Farcite il rotolo con la crema al burro e tagliate due fettine che terrete da parte. 
Ricoprite il tutto con la ganache e solo dopo potrete adagiare le due fettine precedentemente messe da parte , una di fianco ed un'altra sopra. Ricoprite con la ganache anche queste, lasciando però libero il taglio, in modo che sia visibile la farcia.
Adesso spezzettate il cioccolato posto in frigo e ricoprite il tronco.
Io l'ho decorato con dei funghetti di zucchero ed un cono gelato rovesciato decorato con la ghiaccia, ed una spolverata di zucchero a velo.

- Occorrente
Robot da cucina, 2 scodelle, sbattitore elettrico, teglia 30 x 40 cartaforno





lunedì 17 novembre 2014

BURRO DI SENAPE , FATTO IN CASA

Il bello della cucina è anche mettersi in gioco , creando o almeno tentando di creare delle nuove pietanze , che magari non avremmo mai immaginato di realizzare.
Il sabato per me è un pò la giornata del relax, dove posso dedicarmi ai fornelli per la preparazione o sperimentazione di nuovi sapori.
Ed ecco che proprio di sabato ho deciso di realizzare  una ricetta semplice, ma nello stesso tempo simpatica e che non avevo mai provato prima di allora. Ultimamente nel web e nei vari gruppi di cucina che frequento , molti si dilettano nella preparazione in casa di ricottine e formaggio primo sale... e allora mi sono detta perchè non realizzare un burro interamente fatto in casa ? E perchè magari non aggiungere un sapore particolare , ma soprattutto deciso come la senape piccante della Louis Frères
Allora guarda un pò di qua tra i vari siti web , aggiungi, togli e più che una cucina sembrava un laboratorio chimico ...ma insomma alla fine ce l'ho fatta !!!! Ho creato il mio " burro " in casa e a detta di chi è stata la mia cavia, ottimo.
Per correttezza, va detto che va tenuto in frigo dopo della preparazione e che deve essere consumato in un paio di giorni. 
E' adorabile spalmato selle tartine e magari accompagnarlo con del pesce tipo uova di storione , salmone affumicato e chi più ne ha di fantasia più ne metta.
Allora senza troppi giri di parole, questa volta è bene mettersi con le mani in pasto , e credetemi non sarà assolutamente faticoso , ma solo un tantino laborioso  ( intendo qualche piatto in più da lavare )...



- Difficoltà : media
- Tempo : 30 minuti circa 
- Costo : € 4 circa 



- Ingredienti :
250 ml di panna fresca
1 cucchiaino di sale
1 spolverata di pepe bianco
10 g di acqua gelata




- Preparazione :
Per prima cosa con uno sbattitore elettrico montate in modo fermo la panna fresca ben fredda  ( che , inutile che io vi dica non è quella utilizzata né per i dolci, né per le pietanze salate, ma quella che si trova nei banco frigo ).
Adesso trasferite la panna in un robot da cucina , mettendo tutti gli altri ingredienti, e con una raccomandazione , che l'acqua sia davvero gelata. Basterà azionare il frullatore per circa 4 minuti e noterete che nel fondo ci sarà una parte acquosa, mentre il resto del composto risulterà granuloso , non omogeneo.
Prendete il tutto e con l'aiuto di un colino scolate tutta l'acqua e con le mani strizzate e compattate la massa. Potete dare la classica forma cilindrica , quadrata o come ho scelto io ho pressato il tutto in uno stampino precedentemente bagnato con della semplice acqua ( questa operazione servirà a far scivolare meglio il burro ).
Copritelo con della pellicola e ponetelo in frigo fino al momento dell'utilizzo.


- Occorrente :
Sbattitore elettrico, robot da cucina , pellicola da cucina, colino






martedì 11 novembre 2014

PUCCI = LOUIT FRERES ... SENAPE DI ALTA QUALITA'

Gli antichi Romani erano dei veri e propri esperti culinari e tante sono le ricette e abitudini tramandate.
Una di queste è la senape di cui ne conoscevano le proprietà antiossidanti e che impiegarono per la conservazione di : frutta, verdura e mosto ( da qui deriva il nome  mostarda).
Fu proprio grazie ai Romani che la Gallia , ovvero l'odierna Francia, conobbe ed iniziò ad utilizzare ampiamente la senape, soprattutto nella zona della Borgogna , arrivando ad annoverare nel 1800 circa 93 diverse specie.
Ma che cosa è la senape? La senape o per meglio dire la mostarda di senape, è una conserva vegetale composta da aceto e senape.
Attualmente uno dei migliori produttori di senape è l'azienda Louit Frères che affonda le proprie origini nel lontano 1825 a Bordeaux. Il suo ideatore Paul Louit fondò una piccola azienda per il commercio dei prodotti alimentari che, con il susseguirsi degli anni e delle generazioni, si trasformò in mostarderia-cioccolateria , divenendo la più grande struttura aziendale del Sud-ovest della Francia.
Nel 1870 la Senape Louit Frères venne prodotta in diverse varianti ( che tuttora si trovano in commercio) e distribuita su tutto il territorio nazionale francese, ottenendo il riconoscimento come tra le migliori senapi in commercio.
Cinquanta anni dopo, ala fine della Grande Guerra, i confini commerciali si espansero, raggiungendo anche l'Italia dove i prodotti furono apprezzati non solo per la loro alta qualità, ma anche per il packaging in cui si presentavano.
Nel 1942 , a causa delle difficoltà sorte con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, l'azienda abbandonò la produzione di cioccolata e la produzione su licenza della senape venne trasferita presso l'Aromateria Italiana Radaelli di santa Margherita Ligure (Genova ).
Superata anche la crisi che ogni guerra porta con sè , nel 1964 l'Azienda con ormai sede a Milano e stabilimento a Vercelli, lancia sul mercato una gamma completa di conserve vegetali tra cui i Cetriolini Aromatizzati e i Cetriolini Moscatelli.
Nel corso degli anni la qualità dei prodotti è cresciuta sempre più ed altri gusti si sono uniti alla variante della senape.
Il 6 febbraio 2013 l'azienda italiana Pucci Srl ha siglato un accordo per l'acquisizione della Louit frères e non solo. Oggi l'azienda Pucci, nata più di 80 anni fa , vanta una struttura composta da due stabilimenti di oltre 30.000 mq coperti , con 8 linee di produzione.



Ed ecco la splendida fornitura di Senapi Louis Frères  di cui la Pucci mi ha gentilmente omaggiata.
Da come si evince nella foto ogni confezione ricorda la fora di un piccolo barilotto in vetro, il cui peso si aggira intorno ai 130 g , questo perchè una volta aperto è bene consumarlo nel più breve tempo possibile, in quanto gli aromi naturali tendono a volatilizzarsi. E poi il differente colore, indica la caratteristica di ogni gusto.



La senape delicata, il cui tappo è nero, si distingua appunto per il suo gusto delicato, ed è indicata per l'accompagnamento di portate a base di carne. Preparata secondo la ricetta tradizionale, è un misto di acqua, senape, aceto di vino e pepe verde.



Questa senape aromatica, si distingue per il tappo blu e per il suo gusto ampiamente aromatico . Rispetto alla precedente è composta da un mix di senape gialla e senape bruna, olio di semi, legumi ed ortaggi, pasta di acciughe, spezie ed aromi naturali . Al suo interno non campare la minima presenza di coloranti alimentare, e visto il suo gusto così ricco, si accompagna a piatti semplici, come bolliti ed antipasti.



Apprezzata dai palati che adorano i gusti forti e decisi , la senape Dijon, forte e dalla capsula rossa ,viene preparata secondo la ricetta tradizionale, contenente aceto di vino, olio di semi, un'alta percentuale di senape gialla, spezie ed aromi naturali.



La senape Rotisseur , ha un sapore rustico, differenti dalle altre senapi sia della linea Louit Frères, che dalle altre che si possano trovare in commercio. La sua particolarità sta nel sapore deciso della senape, non sopraffatto dalle altre spezie o comunque non è particolarmente piccante. Ideale da accompagnare a grigliate, insalate e wurstell .



La senape estragon , ha un sapore molto delicato ed è indicati per soddisfare i palati fini. Al suo interno , come si può lievemente osservare dalla fotografia ci sono piccoli grani di senape, che insieme agli altri ingredienti , come acqua, aceto, sale, zucchero e dragoncello, le conferiscono il suo aspetto unico ed il suo sapore aromatico- delicato.



La Senape Dilora , è composta da acqua, aceto di vino, olio di semi, curcuma e spezie di aromi naturali. Grazie al suo sapore semi-forte, trova in cucina ampio utilizzo e spesso si accompagna a sughi o condimenti  , o per variare il sapore di salse base quali maionese , besciamella , tartara e tante altre.

Insomma , così come per tantissimi altri prodotti, anche la senape, a secondo del gusto e della piccantezza si sposa con determinati piatti o alimenti. Quindi per saperne di più vi invito a visitare il sito della Louis Frères e della Pucci Srl dove potrete ricevere tantissime altre nozioni sia sui prodotti che sulle due aziende ormai fuse insieme , con alle spalle secoli di storia e tradizioni, ma soprattutto di prodotti validissimi ed il massimo della serietà.











martedì 4 novembre 2014

ROTOLINI DI PANCARRE' IN 3 VERSIONI

non so i vostri mariti, fidanzati o compagni quando navigano sul web su quali siti vanno, io del mio ne sono sicurissima. naviga sui siti di ricette e poi dallo studio di casa inizia a chiamare :- Imma, Immaaaaaaaa (questo perchè io magari sto in tutt'altra parte della casa ), Immaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa , ma sei sorda???? 
- No, ma se mi chiami a 10 km di distanza come faccio a sentirti!!! ( Capita delle volte che ascolto la musica con le mie cuffie soprannominate da mio figlio spaziali, da marziana ).
E  lui poi continua :- Corriiiii , vieni a vedere cosa ho trovato !!!!
Allora non è che magari aspetta un secondo, ma devo lasciar stare tutto e andare a vedere e lui entusiasta :- Guarda che bella questa ricetta , e che bella preparazione , magari protesti prepararla , così la fotografiamo per il blog !!!
Si per il blog e per la panza ... ma le foto spesso sono belle , ma le ricette ? Non sempre le ricerche riportano le ricette, molte espongono solo foto , e la risposta che mi viene data è proprio garbata :- Prendi ispirazione e magari elabori il tutto con la fantasia, altrimenti che foodblogger sei? 
Bene , grazie, tesoro mio sono convinta che con il tuo appetito e il tuo sentire questo blog come una tua creatura non mi lascerai mai a corto di idee, di questo posso esserne certa.
Storia simile è successa anche per la ricetta che sto per presentarvi che è impazzata sul web e davvero si vede su tantissimi siti e in tantissime varianti... neanche il tempo di prepararla e dopo qualche giorno mio marito mi ha chiesto se l'avessi già pubblicata . Alla mia risposta negativa e arrivata codesta risposta :- E te pareva ... tante già ti hanno superato e pubblicata da una vita !
Ah bene ,allora la pubblico quando dico io ,perchè uno l'idea non è mia, non l'ho brevettata io, e poi non stiamo facendo una gara a chi arriva prima, anzi non è affatto una gara .
Valli a capire gli uomini e poi dicono che noi donne siamo impiccione , ma alla fine devo ringraziare il mio "maritozzo" , mi dà uno stimolo in più per il blog ed è un valido aiuto.
Ritornando alla ricettina è molto semplice da realizzare, idea carinissima per un buffet o magari per una cena tra amici ...gli adolescenti ne andranno matti.
Io come al solito l' ho preparata in 3 versioni diverse  , per accontentare i gusti di tutta la tribù , quindi troverete 3 ricette distinte
Allora mani in pasto , e buon appetito!!!!


- Difficoltà : facile
- Tempo : 60 minuti
- Costo: dai 2 ai 5 € ( a seconda del gusto e dei quantitativi )


Rotolini cotto e scamorza

- Ingredienti per 10 rotolini 
5 fette di pancarré per tramezzini
150 g di prosciutto cotto affettato
1 scamorza
150 g di impanatura di mais
2 uova
1 pizzico di sale


Rotolini besciamella , cotto e scamorza

- Ingredienti per 10 rotolini
5 fette di pancarré per tramezzini
100 g di prosciutto cotto 
1/2 scamorza
250 g di latte
20 g di burro
30 g di farina tipo 0
sale qb
noce moscata qb
2 uova 
150 g di impanatura di mais


Rotolini wurstell patatine e scamorza

- Ingredienti per 10 rotolini
5 fette di pancarré per tramezzini
5 wurstell
1 porzione di patatine fritte
1/2 scamorza
2 uova 
150 g di impanatura di mais
sale qb

- Preparazione generale :
La preparazione è molto semplice ed è la stessa per tutti e tre i tipi di rotolini, cambia solo il ripieno. 
Per prima cosa prendete il mattarello e con una lieve pressione passate sulle fette di pancarré , appiattendole. Tagliatele poi a metà e farcitele a seconda dei vostri gusti ( vi spiego in seguito il procedimento per ognuno di essi ) . Avvolgeteli nella pellicola da cucina e ponete in frigo per un'ora in modo tale che tengano la forma. 
Trascorso tale tempo sbattete finemente le uova con un pizzico di sale, passatevi all'interno i rotolini, e successivamente nell'impanatura di mais .
Friggeteli in abbondante olio , scolateli su carta da cucina assorbente e serviteli sia caldi che tiepidi.

- Rotolini cotto e scamorza:
Su ogni rotolino stendete il prosciutto cotto e la scamorza tagliata molto finemente. Arrotolateli con cura ed il gioco è fatto.

- Rotolini besciamella , cotto e scamorza.
Preparate la besciamella con il latte, il burro, farina, sale e noce moscata come indicata in questo link http://cucinaconimma.blogspot.it/2013/02/salsa-besciamella.html . Lasciatela raffreddare e tagliatevi all'interno la scamorza.
Stendete sul pancarré il prosciutto, e spalmatevi la besciamella contenente la scamorza , non troppa altrimenti nell'arrotolare uscirà dai bordi.

- Rotolini wurstell, patatine fritte e scamorza:
Sulle fettine di pancarré stendete il wurstell che avrete tagliato a metà in verticale, ponete qualche fettina di scamorza affettata molto sottile e qualche patatina precedentemente fritta.
Arrotolate con molta cura.


- Occorrente: 
mattarello, padella , pellicola e carta assorbente da cucina.





sabato 25 ottobre 2014

CASALE DEL GIGLIO...UNA TRADIZIONE LUNGA PIU' DI UN SECOLO

5 marzo 1914. No, non è il titolo di una canzone, ma la data di un'importante nascita,ad Amatrice ,  della "Ditta Berardino Santarelli & Figli", che porta il nome del proprio fondatore 

Berardino Santarelli
Negli anni successivi la ditta si espande sempre di più ed i 3 figli del fondatore si trasferiscono a Roma, dove inaugurano il primo "Vini e Olii " in Piazza Capranica 99 , seguiti nel corso degli anni da altri 11 punti vendita. 





Nel 1955 Dino Santarelli, uno degli eredi fonda la "Santarelli S.p.A" specializzata nell'imbottigliamento dei vini tipici del Lazio, esportati anche all'estero, soprattutto in Canada.
Nel 1967 ,affascinato dai paesaggi dell'Agro Pontino,che rappresentano una vera e propria sfida dal punto di vista vitivinicolo, crea il "Casale del Giglio" , a 50 km da Roma in località Le Ferriere, nel comune di Aprilia. Poco per volta tutti i negozi vengono ceduti, ad eccezione di quello di piazza Capranica, che da Enoteca si trasforma in ristorante ancora di proprietà della famiglia.



A partire dagli anni 90 , il figlio di Dino, Antonio, avvalendosi della collaborazione dell'enologo trentino Paolo Tiefenthaler ,e seguendo le orme paterne, sviluppa un intenso progetto di ricerca e sperimentazione, ottenendo importanti risultati che porteranno i vini di "casale del Giglio" a farsi conoscere non solo in Italia , ma anche all'estero.
Affezionato a quella terra dove da bambino trascorreva i fine settimana , ha dato vita ad un'impresa ardua e mai intrapresa nel suo genere. Intraprende la coltivazione di ben 60 vitigni differenti  in 180 ettari e crea un progetto di ricerca e di sviluppo che porta il nome stesso del casale, autorizzato dall'Assessorato all'agricoltura della Regione Lazio. Tutt'oggi a questa iniziativa collaborano illustri ricercatori e professori universitari.
I modelli di coltivazione sono ispirati a quelli di Bordeaux, Australia e California, poichè come la zona dell Agro Pontino beneficiano dell'influenza del mare.
Gli obiettivi prefissati sono stati ampiamente raggiunti, e dal 1990 , la Comunità Europea ha autorizzato alla coltivazione  in provincia di Latina di nuovi vitigni come : Chardonnay Sauvignon , Syrah, Petit Verdot, Cabernet Sauvignon e ancora tanti altri.
Quindi la tradizione che viene affiancata da tecniche e colture moderne , bilanciate ed equilibrate tra loro. Attualmente l'Azienda offre una gamma di 20 vini ( tra bianchi, rosati, rossi e raccolte tardive, 3 tipi differenti di grappe e un ottimo olio extravergine )
Ed ecco nel dettaglio sei dei vini che ho ricevuto , in un bellissimo cofanetto, con grembiule, apribottiglie , dvd contenente informazioni preziose e tantissimo materiale informativo che mi ha aiutato a capire quanto amore ci sia per le tradizioni e le proprie origini, ma anche di quanto lavoro ed impegno per creare prodotti nuovi ed eccellenti.








Ma adesso è giusto dare uno sguardo in più ai vini .



Il Souvignon è un vino bianco di origine Bordolese , e predilige le forme di colture non esposte direttamente alla luce del sole ( infatti onde evitarne l'ossidazione si evita la tecnica della sfogliatura).
Viene vendemmiato di solito agli inizi del mese di settembre, per preservare una buona acidità delle uve. 
Dopo una soffice ma accurata pressatura, ed una selezione scrupolosa del mosto fiore, la fermentazione viene indotta molto celermente , per preservarne le caratteristiche aromatiche.Successivamente seguono successivi travasi e la messa in bottiglia verso gennaio, febbraio, e la temperatura non supera gli 8°C.
Si sposa bene con i risotti a base di frutti di mare o con le tipiche frittate alle erbe . Ha una buona struttura ed un profumo intenso e fragrante con sentori di salvia ed ortica , e si presenta con un bel colore paglierino brillante.




Questo vino bianco nasce da uve Petit Manseng, del vitigno Juraçon , zona limitrofa ai Pirenei francesi Atlantici. Quest'uva presenta acini piccoli dalla buccia spessa e produce una esigua quantità di mosto. La raccolta si effettua ad autunno inoltrato e questo fa si che si concentri lo zucchero tramite un processo di appassimento che in francese prende il nome di "passerillage".
La vinificazione ha una breve macerazione a freddo che si aggira tra i 7 e gli 8°C, per 12 ore massime. la pressatura è lenta e soffice, seguita da decantazione statica naturale del mosto intorno ai 14 /16°C. La fermentazione avviene spontaneamente e solo al secondo giorno c'è l'aggiunta di lieviti. Trascorsi 10 giorni il vino viene travasato e solo tra il mese di marzo ed aprile imbottigliato.
Di ottima struttra e di un colore paglierino brillante si sposa molto bene con una "Scorfano all'acqua pazza " (specificando ovviamente ricetta tipica dell'isola di Ponza).




Il nome di questo vino rosso , evoca quello di una dea italica, protettrice della vita e della fertilità il cui culto fu molto venerato nell'Italia centrale e dove le furono dedicati vari templi.
E'prodotto con 2 diversi tipi di uve : per l'85% da Syrah ed il restante 15% da Petit Verdot, raccolte entrambe nel periodo pieno della maturazione, quasi appassimento per la prima tipologia.
La vinificazione avviene in modo separato e con tecniche separate . I vini prodotti vengono messi separatamente in barriques nuove per 22 /24 mesi e poi successivamente avviene un ulteriore affinamento di circa 12 mesi in bottiglia. 
E' un vino che si sposa bene con cibi grassi, quali la mozzarella di bufala, per la sua densità. Al naso si sente sentore di caffè viola e marasca, con screziature di cannella e noce moscata. Al gusto invece è fresco, dal finale fruttato e persistente.




Questo vino rosso, prende il nome da una pianta rampicante silvestre, dal movimento sinuoso e di fiori multicolori uniti in grappoli , che emanano un lieve profumo del sottobosco.
E' composto in parti uguali da uve Merlot , Cabernet- Sauvignon e Petit Verdot. Anche per questo vino la vinificazione avviene in modo separato ed i vini vengono posti , terminata la fermentazione, in piccoli fusti di rovere per circa 20 mesi , ed in questo periodo ovviamente si susseguono vari travasi.Trascorso tale periodo, avviene l'assemblaggio in parti uguali e l'affinamento in bottiglia per 8 /12 mesi.
Dal colore rosso rubino intenso , lascia in bocca note fruttate e balsamiche, mentre all'olfatto sentore di visciole e marasche.
Si abbina perfettamente ad una Cosa alla Vaccinara




Vitigno tipico del Sud della Francia, con grappoli piuttosto compatti, ama i terreni sciolti e poco fertili, che consentono una maturazione lenta e graduale.
Prodotto con il  100% di vitigni Viognier , la raccolta avviene in due tempi : la prima volta quando le uve sono mature al punto giusto, la seconda invece quando sono molto mature. Dopo vari processi lavorativi viene imbottigliato agli inizi della primavera. Si abbina perfettamente a piatti italiani di pesce crudo , ma anche internazionale come il Sashimi. Si presenta con un bel colore giallo brillante e da sentore di note floreali come, rosa, tiglio, ginestra, mentre al gusto lascia il sapore di pesca ed albicocca.




E' un vitigno proveniente da Bordeauxed è una varietà tardiva che ha trovato il suo habitat ideale nell'Agro pontino.
E' un vino dal colore rubino violaceo, e la vinificazione avviene da uve molto mature, che dopo varie lavorazioni si lascia affinare in barriques per 8/12 mesi e successivamente altri 6 in bottiglia.
Ha un profumo di frutti rossi, quali la ciliegia , ma non disdegna le note vegetali del ginepro e del mirto. Lascia in bocca un sapore speziato e di pepe bianco.
Adatto per accompagnare le cotolette di abbacchio in forno

Consiglio tutti di provare i prodotti che offre l'azienda Casale del Giglio, vincitori di innumerevoli premi e riconoscimenti, e di visitare il sito www.casaledelgiglio.it  , dove potrete avere una panoramica ancora più ampia di un'eccellenza italiana , il cui impegno continua anche con l'affiancamento a vari progetti archeologici.
Un tour tra storia, tradizioni , innovazioni ed eccellenze italiane.