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martedì 18 ottobre 2016

iFERRARI ... NATURALMENTE BUONI

Sapevate che nel mondo esistono circa ventimila varietà di riso e che ne vengono prodotte circa cinquecento milioni di tonnellate l'anno ?
E' il cereale più consumato e sulla sua nascita esistono tante leggende : ad esempio per gli arabi è un cibo sacro poichè germinato dalle gocce di sudore di Maometto cadute dal paradiso ; e altrettanto sacro è per l'India ed è proprio da lì che abbiamo appreso l'usanza del lancio del riso sul capo degli sposi.
L'Italia è il secondo Paese in Europa dopo la Russia a produrre il maggior quantitativo di riso e la sua coltivazione, oltre che in molte zone della pianura padana e veneta è concentrata anche in Sicilia e in Sardegna. 



Proprio in quest'ultima regione si produce un riso dalle qualità eccellenti , coltivato nella tenuta agricola di "Pinna Manna " Pesaria , in terreni che si affacciano sul Golfo di Oristano.
Tutto ebbe inizio negli anni trenta quando Giovanni Ferrari , insieme alla moglie Marta decisero di trasferirsi in Sardegna dove iniziarono a lavorare la terra. Dalla loro unione sono nati 4 figli e proprio uno di loro , Angelo Mario , decide di lavorare nell'azienda di famiglia e grazie alla sua tenacia e alla sua esperienza ne porta sempre più in alto il nome. 
Nel 1965 Angelo Mario si innamora di Rimedia con la quale ha 4 figli che oggi lavorano tutti nell'azienda e nel 1978 è co-fondatore della SA.PI.SE (Cooperativa Sardo Piemontese Sementi) , divenendo produttore pluripremiato di riso da seme certificato coltivato in Sardegna. Infatti nella sua azienda vengono prodotti sia sementi o riso da seme che riso da tavola o da consumo. 
Dalla passione, la serietà e la tenacia nel proprio lavoro nasce la gamma  di quattro  risi  da tavola pregiati ed aromatici, ognuno con una qualità ben definita : " I Chicchi d'Angelo ".




Il riso Carnise è un superfino adatto per risotti , timballi e torte salate . Il Carnise ha una maggiore resistenza alle fitopatie ,avvero a delle specifiche malattie delle piante e per questo, la sua coltivazione, è tra le più razionali e rispettose dell'ambiente.




Il Riso Venere viene comunemente definito riso nero o riso degli imperatori . Il suo chicco si presenta :  alla vista nero e arrotondato ed in parte il colore è dovuto anche alla presenza di antiossidanti e di antociani, ideali per combattere l'invecchiamento ; mentre il gusto è delicato ed aromatico. Infatti per questa sua ultima caratteristica si presta non solo per la preparazione di risotti a base di pesce o insalate, ma anche per la preparazione di polente , crespelle , pane e dolci.




Il Riso Apollo è caratterizzato da un chicco lungo e dal sapore aromatico. prorpio per il suo gusto così particolare è ottimo gustato lesso e condito semplicemente con un filo di olio di oliva e una spolverata di pecorino. E' ideale anche per la preparazione di contorni, insalate e piatti piuttosto delicati  a base di carni o pesce.




Ermes è un riso particolarissimo, poichè nasce dall'incrocio del riso Venere (o riso nero ) e un riso del tipo indica (Apollo) . La cariosside (ovvero la sua forma) è lunga e sottile ed il suo pericarpio è caratterizzato da un colore bruno/rossiccio proprio per la presenza di antociani. Si sposa bene con i piatti dal gusto deciso e mantiene anche dopo la cottura la sua caratteristica croccante.





I risi iFERRARI vengono coltivati esclusivamente in Sardegna e sono garantiti dal marchio "Riso Italiano " tutelato dall'Ente Nazionale Risi , un ente pubblico ed economico sottoposto alla vigilanza del Ministero delle politiche Agricole, Alimentari e Forestali... insomma tutto questo per dirvi ...mangiamo bene, mangiamo italiano , dove valori , tradizione, passione , amore e serietà nel proprio lavoro si tramandano di generazione in generazione, di chicco in chicco , di Ferrari in Ferrari.
Riso iFERRARI ...naturalmente buoni.

venerdì 30 settembre 2016

CAVATI DI ZUCCA SU FONDUTA DI CACIOCAVALLO MATESE'

Chi l'ha detto che con pochi ma semplici ingredienti  non si possa realizzare una ricetta dal gusto un pò particolare e che magari accontenti grandi e piccini? Inutile dire che gli ingredienti devono essere sempre di ottima qualità, come quello che ho utilizzato per la ricetta che sto per proporvi...ma iniziamo dall'inizio.
Ovviamente dovevo preparare una ricetta con uno dei tantissimi prodotti d'eccellenza matesè ... come ? Che cosa ? Non ricordate o non avete letto il post precedente ? Ahia , ahia, ahiai !!!! Ma non preoccupatevi vi rimando subito al link dell'articolo , vi basterà cliccare qui , in modo tale che le vostre papille gustative possano , attraverso i vostri occhi, avere un'esplosione di gusto osservando i meravigliosi e genuini prodotti illustrati.
Il protagonista scelto per questa ricetta è stato il Caciocavallo del Matese , un formaggio stagionato tipico della Campania , di forma tondeggiante , prodotto con solo latte di vacche podoliche ( tipica razza bovina ) e l'aggiunta di caglio,sale e fermenti lattici. Gli animali vengono allevati allo stato brado in ampi pascoli , situati tra i comuni di Castello del Matese e Campitello Matese e quindi tra un'altezza che va dai 500 ai 2000 m di altitudine. Proprio questa differenza dei pascoli e della flora , la presenza di erbe aromatiche e vari elementi del sottobosco, caratterizzano il sapore del latte, conferendogli importanti qualità organolettiche. L'Azienda selezionata da matesè per la produzione di questo tipico formaggio è l'Azienda Agricola Faiella che vanta un'esperienza nel settore da più di due generazioni.
In che modo poter valorizzare questo prodotto ed accostarlo ad un'altro tipico della stagione autunnale, ovvero alla zucca? Semplicemente realizzando dei cavati o cavatelli che dir si voglia  di zucca, con la ricetta della mia nonna , su una fonduta di caciocavallo ...
A detta di mio marito uno spettacolo, ma è meglio precisarvi una piccola cosa. In realtà, sempre il signor marito, si aspettava i cavati di colore arancione, ovviamente credeva che avrei frullato la zucca...in realtà no, l'ho solo schiacciata con i rebbi della forchetta poichè se la ricetta è dei tempi della mia nonna , e alla sua epoca non esisteva il minipimer o frullatore che sia, come si faceva ? E se la ricetta , almeno per i cavati , deve essere riportata fedelmente , allora è giusto fare così. Proprio per questo ho fatto una foto dell'interno dell'impasto, per rendere l'idea. La zucca scelta è quella mantovana, meno acquosa e che quindi si presta bene per gli impasti.
Insomma il piatto è stato realizzato, sembra che tutti, proprio tutti se lo siano spazzolato, e del caciocavallo ? Beh non è rimasto niente, ma proprio niente, sinonimo di infinita bontà.
Eccovi la ricetta e buone mani in pasto.


- Difficoltà : media 
- Tempo : 2 ore
-  Costo : € 4 circa 




- Ingredienti per 5 persone :

Per la fonduta :
200 g di Caciocavallo matesè
300 g di latte
1 noce di burro
sale & pepe qb

Per i cavati :
350 g di zucca mantovana
550 g di farina tipo "00"
acqua qb

Per il condimento dei cavati  :
30 g di burro
3 foglie di salvia
sale qb



- Procedimento :
Per prima cosa , almeno 5 ore prima di gustare il piatto, tagliate il caciocavallo a cubetti e mettetelo a bagno nel latte con il sale ed il pepe, in un recipiente alto e stretto ( in modo tale che il liquido copra il formaggio ) . In questo modo i sapori del formaggio verranno fuori e si amalgameranno con il latte. Riponete in un luogo bello fresco.
Per i cavati la prima cosa da fare è lavare e mondare la zucca , togliere la buccia ed i semi interni, tagliarla a fettine sottili e stenderla su una teglia coperta di cartaforno. Infornare a 180° se il forno è ventilato, 160° se statico per 25 / 30  minuti, avendo l'accortezza di girarla a metà cottura.
Una volta tirata dal forno schiacciarla con i rebbi di una forchetta e ridurla in pezzetti microscopici, o quasi.


Ponete questa sorta di purea su una spianatoia di legno e versatevi la farina. Incominciate ad impastare , incorporate tutta la zucca e solo allora se occorre versate un pò di acqua per volta.
Impastate per bene, create con un pò di impasto per volta il classico serpentone , tagliate gli gnocchi e solo adesso con l'indice ed il medio unito , con un movimento di 180° , cavate la pasta.
Cuocetela in abbondante acqua bollente salata, e scolateli appena saliranno in superficie.
Saltateli in padella con un pò di burro e salvia.
Nel frattempo che i cavati cuoceranno , sciogliete un pò di burro in una pentolina e dopo averla adagiata su una pentola più grande, la classica cottura a bagnomaria , versatevi il caciocavallo con il latte e lasciate sciogliere il tutto, rimestando con una frusta. 
Quando tutto si sarà sciolto, tirate la fonduta e lasciatela intiepidire in modo tale che si rapprenda leggermente.
Adagiate i cavati nel piatto e tutto intorno la fonduta .

venerdì 23 settembre 2016

MATESE' ...E'

Montesquieu affermava che " è proprio della repubblica avere un piccolo territorio, altrimenti essa stessa non può sussistere ". Un  territorio il nostro, quello matesino , con un proprio microclima, ricco di paesaggi,  i cui scorci riescono a togliere il fiato, dove lo sguardo nelle belle giornate di sole si perde in un cielo terso, o come quando d'inverno la neve scende silenziosa creando un avvolgente incantesimo.
Un territorio ove spesso chi vi nasce lo rinnega e cerca di allontanarsi sempre più , oppure lo ama a tal punto da cercare di tirarne fuori il meglio sotto tutti i punti di vista.
Un pò come è accaduto all'imprenditore matesino Umberto Doti, che da tempo ha :  ricercato, perfezionato ed ideato un progetto , cercando di ricreare un indotto turistico, puntando non solo sulle bellezze paesaggistiche ed artistiche, ma soprattutto sull'enogastronomia.
Un progetto fondato sulla cultura delle tradizioni, spinto dall'amore e dalla passione sviscerale per la propria terra, nato sotto il nome di matesé ...si, perchè come lui stesso afferma, quando si è addentrato nel pieno della realizzazione del progetto, non si è trovato miglior sostantivo per descriverlo se non quello specifico del territorio.


Matesé è un marchio, il primo marchio pensato per il Parco Regionale del Matese ( il quale si estende per oltre 33.000 ettari lungo le pendici meridionali del Massiccio del Matese, tra Campania e Molise, toccando 20 comuni tra il beneventano ed il casertano , e di cui vi fa parte ovviamente il comune di Piedimonte Matese ). Nulla è stato lasciato al caso, tutto è stato meticolosamente ragionato e basti pensare che il solo colore del logo richiama il verde Matese , e tutto è stato fortemente voluto .


Matesé è un marchio sotto cui si riuniscono tutti i prodotti dell'eccellenza matesina, partendo dai formaggi stagionati nel quale spicca il famoso caciocavallo del Matese , passando per i mieli di acacia, castagno e millefiori ; all'olio extravergine di oliva ricavato dall'autentica oliva Tonda del Matese; al Pallagrello bianco e rosso. La carrellata continua con un'altra infinità di prodotti quali : patate, agli , cipolle legumi coltivati ancora con  metodi antichi, farine macinate a pietra, taralli con olio evo , erbe officinali ed oltre 10 tipi diversi di salumi.
Questi sono solo alcuni degli innumerevoli prodotti tipici di questo magnifico territorio, tutti accuratamente valutati e selezionati dallo stesso Doti e che provengono da piccole aziende locali che garantiscono ancora una lavorazione artigianale e manuale dei prodotti e di conseguenza da sottolineare assoluta genuinità.











Per ora l'unico punto vendita presso il quale poter acquistare cotante eccellenze si trova in Via Luigi Ferritto n°1 a Piedimonte Matese , ma è talmente tanta la voglia di espandersi e far si che tali eccellenze raggiungano le tavole non solo di tutti gli italiani, ma del mondo intero che a breve sarà attiva una piattaforma web multilingue con uno spazio dedicato appunto alle vendite on-line. 



Per conoscere più dettagliatamente il progetto vi invito a visitare la pagina Facebook https://m.facebook.com/eccellenzematesine/ , dove potrete fare la simpatica conoscenza di Matesino , un piccolo albero di faggio che con tanti divertenti e simpatici giochi, invita grandi e piccini a conoscere , far scoprire e rispettare il territorio e a prendere coscienza del dono e della ricchezza che madre natura ci ha fatto.



Lo stesso imprenditore Umberto Doti afferma che con l'aiuto e la collaborazione di tutti, ognuno per competenza e dando il proprio massimo, si può fare del bene al proprio territorio e ritrovare una propria e forte identità.
Insomma se dovessero chiedervi " Cos è  matesè?"  L'unica risposta che racchiude tutte le altre è semplicemente  matesè !

venerdì 16 settembre 2016

COCCIO DI PANE RIPIENO DI COTICHE E FAGIOLI

Qualche tempo fa una mia amica ha postato su Facebook la foto di una rosetta monoporzione ripiena di fagioli ed era uno dei tanti piatti che componeva l'antipasto che stava gustando al ristorante. 
Devo dire una preparazione davvero molto carina e vuoi per la foto, vuoi per i colori di essa, mi è rimasta impressa nella mente. 
Un giorno mentre stavamo decidendo (vi starete chiedendo chi? Ovvio : io , mia madre e mia sorella ,ovvero il corpo d'armata come ama definirci il mio papà) il menù per l'ennesima riunione di famiglia  , questa foto mi è ritornata alla mente e potevo mai scopiazzare? Nooo !!!! Ho voluto osare , fare il tutto in grande e devo dire che è piaciuta tantissimo la presentazione , ed anche la ricetta ...dicono una vera e propria goduria. Il consiglio è di non strafare nè nella porzione , nè nei quantitativi  delle portate del pasto visto che stiamo parlando di una ricetta anti-dietologo/nutrizionista .
Ma in sostanza l'idea qual è stata ? Semplice svuotare un pezzo di pane intero da 2 kg e usare quello come piatto da portata , riempieto non solo di fagioli ma anche di cotiche .
Il marito è rimasto come dire...senza parole per lo stupore della mia proposta e subito si è offerto di accompagnarmi a fare la spesa , poichè per una ricetta dall'apparenza semplice occorrono degli ingredienti di ottima qualità. 
Fin qui tutto normale , tranne per il fatto che compra questo, compra quello avevamo dimenticato uno degli ingredienti principali : il pane !!!
Per fortuna ce ne siamo ricordati due giorni prima , (si perchè il pane deve essere non proprio fresco, ma neanche raffermo da rimetterci i denti , visto che il sughetto tenderà ad ammorbidirlo) . Eravamo in un centro commerciale e come un fulmine a ciel sereno è arrivata l'illuminazione del pane. Mio marito tranquillo va la reparto panetteria e inizia ad analizzarne i vari tipi .... questo troppo piccolo, questo troppo grande, questo troppo basso...fino a quando un faretto di quelli ad occhio di bue , come una luce celestiale illumina lui, il prescelto...un bel pezzo tondo tondo da 2 kg. Che poi , a detta del maritozzo che legge sempre le etichette, prodotto  da una panetteria della zona, cotto in forno a legna ...insomma il top del top !!!
E questa volta allora non vi auguro buone mani in pasto , ma buon svuotamento del pane e riempimento del pancino !!!!


- Difficoltà : media
- Tempo : 3 ore
- Costo : € 8 circa

- Ingredienti per 12 persone :
3 cotiche
1 kg di fagioli borlotti bianchi
40 g olio extravergine di oliva
6 pomodori pelati
2 coste di sedano
1 cipolla
1 carota
3 spicchi di aglio
3 foglie di basilico
1 ciuffo di prezzemolo
sale
peperoncino
erbe aromatiche ( origano, pimpinella e rosmarino )



- Preparazione :
Per prima cosa preparate le cotiche. Io le ho comprate dal mio macellaio di fiducia già arrotolate ed aromatizzate con aglio , prezzemolo , sale ed un pizzico di peperoncino , ma se non le trovate sta a voi prepararle .
Adesso prendetele e mettetele in una pentola con acqua fino a ricoprirle, mezza cipolla tagliata a fette, carota a rondelle , 1 pomodoro pelato ,uno spicchio di aglio , ed un po' di origano. Fatele cuocere per 35 / 40 minuti . Una volta cotte tiratele dall'acqua e fatele raffreddare. Come avete visto non metto nè condimento, nè sale .
A parte cuocete i fagioli , che volendo potete utilizzare quelli precotti , ma a me non piacciono. Quindi prendete i legumi messi a bagno la sera  prima , metteteli in una pentola, con acqua,ed un trito di cipolla, sedano , aglio , 2 pomodori e qualche foglia di basilico . Fate cuocere e solo a fine cottura aggiungete un pizzico di sale.
Adesso che la base è pronta facciamo insaporire il tutto: per prima cosa in una pentola antiaderente, o meglio ancora se un tegame di coccio , fate riscaldare l'olio di oliva con un pizzico di peperoncino. Aggiungetevi le cotiche precedentemente fatte raffreddare e tagliate a listarelle insieme ad un trito di pochi aghi di rosmarino, pimpinella ed origano. Fatele rosolare per qualche minuto ed aggiungetevi i tre pomodori pelati tritati. Fate rosolare ed infine aggiungete i fagioli con il loro sugo ed il sale. Cuocete pochi minuti, giusto il tempo di far assaporare e addensare il tutto.
Una volta cotto lasciate intiepidire , ed iniziate a svuotare il pane . la mollica non va gettata, ma tagliata a cubetti e tostata in padella , una sorta di crostini da unire ai fagioli.
Svuotate il pane lasciando la calotta che fungerà da coperchio.


Adesso non rimane che riempire il pane svuotandovi dentro  tutta la zuppa. Servite subito al centro della tavola e con un mestolo di legno versate un pò di contenuto ai vostri commensali. Il pane poi affettatelo e gustatelo, una vera e propria bontà.

- Occorrente :
Mestolo di legno, tegame di coccio o pentola antiaderente 





mercoledì 31 agosto 2016

MATRICIANA O AMATRICIANA

In questi giorni si parla spesso del sisma che lo scorso mercoledì 24 agosto ha colpito il centro Italia , devastando e distruggendo tanti piccoli splendidi borghi , tra cui Amatrice, Accumuli ,solo per citarne alcuni.
Guardando le immagini non vi sono parole , lo sgomento e la tristezza prendono il sopravvento e mille domande si affollano nella mente , mille pensieri per chi non c'è più e per chi invece è sopravvissuto ma non ha più certezze . Per fortuna l'Italia in questi casi dimostra di avere un cuore grande, ed i soccorsi e gli aiuti sono subito arrivati.
Da mamma mi chiedo come sia possibile spiegare una situazione del genere ad un bimbo che la sta vivendo, se per me è stato già così difficile spiegarla al mio di ometto. 
Vedendo il telegiornale una di queste  sere mi ha guardato dritta negli occhi e  mi ha detto :- Mamma e se capitasse anche a me ? Ma non possiamo andare lì e aiutare ?
Mmmmm.... come è difficile il compito della mamma e dover spiegare dosando bene le parole e i concetti...ma per fortuna con l'aiuto del papà siamo riusciti , coinvolgendolo e facendolo sentire  o per meglio dire sentendoci  utili. Grazie alla Protezione Civile siamo riusciti anche noi a dare il nostro piccolo contributo  e poi, sempre ascoltando la tv mi ha chiesto del perchè non pubblicare sul blog l'Amatriciana...è vero che non potevamo venderla ( ha visto il piccino l'iniziativa promulgata spesso in tv, in cui si chiede ai  ristoratori di proporre trai primi piatti l'Amatriciana e di devolvere due euro dal costo del piatto alle popolazioni terremotate , iniziativa che ho apprezzato) ma ne avremmo potuto parlare sul blog.
Devo ammettere che è un piatto che non ho mai cucinato prima e che mi sono dovuta documentare su internet per essere il più fedele possibile e ho capito che tante erano le cose che non conoscevo . 
1-  Per prima cosa pensavo che il tipo di pasta adatto fossero i bucatini, invece no, sono gli spaghetti ; appena si arrivava ad Amatrice si veniva accolti dal classico cartello di benvenuto, che recava la scritta "città degli spaghetti all'Amatriciana ".
2- In passato la città di Amatrice faceva parte dell'Abruzzo e solo successivamente è stata accorpata al Lazio. I suoi abitanti usavano chiamarsi Matriciani, da qui il nome tipico del piatto Matriciana . Vi starete chiedendo e la "A" Di Amatriciana? Beh è per così dire un piccolo difetto linguistico , nel comune parlato abbiamo aggiunto una vocale iniziale .
3- Che il pomodoro nella ricetta è subentrato in un secondo momento , poichè la prima ricetta è in bianco, detta " Grisa "  e veniva preparata dai pastori che praticavano la transumanza e che recavano con loro solo pochi ma semplici ingredienti come il guanciale, la pasta, il pecorino.
4- La ricetta antica prevede l'uso dello strutto , senza aglio e senza cipolla e  l'utilizzo esclusivo del guanciale tagliato a striscioline. La pancetta è da sconsigliare : molti considerano guanciale e pancetta sinonimi, ovvero la stessa cosa , Ma attenzione !!! Si ricavano da due parti diverse del maiale e la pancetta è più salata ed aromatizzata, quindi il suo forte sapore coprirebbe eccessivamente quello degli altri ingredienti.
Insomma con pochi ingredienti e con un prezzo ridotto si prepara uno tra i piatti più buoni e famosi d'Italia, che ci rappresentano anche all'estero ed il mio caro augurio è che presto quei borghi tornino a rivivere , tali e quali a prima della scossa delle 03:36 , quei borghi pieni di storia, di voci , di profumi e di vita.


- Difficoltà : facile
- Tempo : 30 minuti 
- Costo : € 6 circa




- Ingredienti per 2 persone :
125 g di guanciale
250 g di pomodori pelati o passata
160 g di spaghetti
1 peperoncino
80 g di pecorino grattugiato
1/2 cucchiaio di strutto
sale qb

- Preparazione :
In una salta-pasta mettete lo strutto e appena si è sciolto aggiungete il guanciale tagliato a listarelle ed il peperoncino intero e fatelo dorare ben bene. Aggiungete il pomodoro e qui ci sono due alternative : o i pelati eliminando comunque i semini interni e spezzettati o la semplice passata di pomodoro. Aggiustate di sale e lasciate cuocere per una decina di minuti.
Nel frattempo cuocete la pasta , salatela e scolatela aldente , versatela nel sugo, eliminando il peperoncino, aggiungete quasi  tutto il pecorino, tenendone da parte solo una piccola manciata e fate saltare il tutto.
Impiattate e spolverate il tutto con il restante formaggio precedentemente messo da parte.

- Occorrente :
Salta-pasta 








giovedì 28 luglio 2016

ZUCCOTTO GELATOSO

Ognuno nella vita è ciò che sceglie di essere, ma credo che spesso la vita ci metta davanti a fatti compiuti, in cui è possibile solo accettare...accettare e spesso elaborare.... Elaborare il perchè dell'avere due bimbi celiaci  o per essere più pignoli quasi due  (in attesa di esami per la più piccina ) , forse perchè la genetica con me e mi marito era convinta di essere al supermercato con lo sconto sull'acquisto  :prendi  due e paghi uno ; elaborare il perchè c'è sempre qualcuno a cui fa proprio invidia tutto ciò che fai e te lo fa capire in mille modi ...mah sarà che forse vivo nel vero senso della parola e non solo respirando...
Ma vogliamo che gli avvenimenti e tutto il resto prenda il sopravvento? Noooo !!!!!!! Assolutamente e categoricamente no !!!!
E allora anche se con una pargola strillante e peperina di otto mesi il tempo per sedersi e scrivere al blog è proprio poco , la cucina comunque non si trascura e si continua con preparazione di piatti e foto.
La ricetta che voglio proporvi in realtà l'ha proposta mia sorella a me proprio il giorno del mio anniversario di matrimonio, venti giorni fa e non vi dico lo scenario. Con pupetta piccola e caldo torrido africano , lavoro del marito ....beh insomma anche se di sabato come esattamente 11 anni fa , abbiamo posticipato i festeggiamenti e poi quel giorno TADAAAAAAA !!!!!! Squillo di trombe , la mia mamma aveva deciso di chiamare l'imbianchino e di tinteggiare il suo grande salone. Ovviamente lei non  ha chiesto nessun aiuto , ma come si fa a non darle una mano. Mia sorella era li dalla mattina, io arrivata nel tardo pomeriggio e ...sistema di qua , riappendi i quadri e quadretti di la ...insomma loro più di me erano stanche .
Ma all'improvviso la zia Frappappina salta fuori con un video di un dolce trovato su Facebook e mi dice :- Ti piace ? 
Ovviamente si , e lei di tutta risposta :-Ok, lo facciamo per domani ; il dolce la domenica non può mancare !!!!
Certo, siamo sciupatelli , e poi oggi alla SPA con quei fanghi guarda mi sono rilassata da impazzire, altro che Cleopatra quando faceva il bagno nel latte d'asina... e a quest'ora con i negozi chiusi come facciamo la spesa ? Ma che le faccio a fare io certe domande , ovviamente aveva pensato a tutto lei .
Sul dolce cosa posso dire ? Velocissimo , golosissimo e dopo averne preparato uno non rimane altro che replicare , modificando i gusti del gelato.
Allora buone mani in pasto e tutti all'opera .
Ops dimenticavo, volevo scusarmi per la qualità delle foto , ma fatte di tutta fretta prima dell'assalto ....


- Difficoltà : facile
- Tempo : 15 minuti
- Costo : € 5 circa

- Ingredienti :
30 g di riso soffiato
4 cucchiai di crema spalmabile alla nocciola
250 g di gelato al tartufo
250 g di gelato alla nocciola
250 g di gelato allo zabaione
2 confezioni di rotolo al cioccolato

- Preparazione :
In un piatto versate il riso soffiato ,amalgamatelo con la crema spalmabile alla nocciola e mettetelo da parte vi occorrerà in ultimo. Vi consiglio di acquistare il riso soffiato classico , poichè in commercio se ne trovano di vari gusti, da quello caramellato a quello ricoperto di cioccolato. 
Adesso prendete una ciotola di plastica se non avete la forma dello zuccotto e rivestitela ben bene con la pellicola da cucina facendo in modo che fuoriesca dai bordi dello stampo. 
Affettate i rotoli formando tante girello dello spessore di un centimetro circa e disponetelo nello stampo iniziando dal centro e cercando di evitare eccessivi spazi vuoti.
Questa è l'operazione se vogliamo più complessa.
Adesso basta riempire di gelato con quanti e quali gusti si desiderano, l'importante è , prima di spalmarlo di tirarlo qualche minuto fuori dal congelatore.
Una volta spalmato il gelato ricoprire il tutto con il composto di riso soffiato. 


Rimettere in frigo per almeno tre ore. Prima di servirlo sformatelo e vedrete che anche quest'operazione risulterà facile e servite tagliando a fette .


- Occorrente :
Stampo da zuccotto o una ciotola di plastica del diametro di 24 cm  , pellicola da cucina 


mercoledì 25 maggio 2016

IL PANINO SVUOTAFRIGO

Mamma miaaaaaa .... e da quanto tempo non scrivo un post su questa mia creatura ( il blog ovvio !!!!) , che molti penseranno avrò abbandonato a se stessa , ma che non è così. Diciamo che in pentola frullano non pochi progetti e tra la realizzazione di questi, e la mia piccola bimba che adesso ha sei mesi, qualcosa devo pur sacrificare e ... ahimè sotto a chi tocca ... un pò ad uno e un pò all'altro .
E adesso di punto in bianco ritorno con tantissime idee che mi frullano per la mente, ma proprio tante, che si accalcano una sull'altra, ma che sarebbe bene svilupparle una per volta.
Allora visto che sembro il Bianconiglio di "Alice nel paese delle meraviglie"  con orologio alla mano e a dire :- E' tardi , è tardi , è tardi !!!!! meglio darmi veramente una mossa e non dileguarmi in altre storie.
All'inizio di questo mese a casa mi è arrivato un pacchetto contenente due tipologie di prodotti dell' Acetaia Guerzoni , per poter partecipare al 3°contest il cui tema è per l'appunto " Il panino svuotafrigo".
Bella sfida !!!! 
Ho aperto e chiuso per vari giorni la porta del mio frigo in attesa di un'idea che mi facesse impazzire , ma o gli ingredienti non erano giusti o il tempo era tiranno ed il panino più che svuotafrigo era banale !!! Ci voleva qualcosa che nonostante fosse preparato con gli avanzi , coinvolgesse non solo il gusto, ma anche la vista e l'olfatto...oltre al tatto da potersi inguacchiare ( Sporcare ) tutte le mani.
Ed ecco che un bel giorno vedo : melanzane grigliate ( Buone ma da sole tristi che sanno di dieta) che sospiravano accanto ad un tristissimo  petto di pollo, sovrastate da una piada ...e poi nel ripiano di sotto pomodorini, yogurt greco qualche cipollina e.... e allora vaiiiiiiii !!!! Ma perchè non svuotare il frigo e preparare un buon kebab fatto in casa con l'aiuto di un buon aceto Bianco Bio Demeter  ? Ecco allora detto fatto !!!! 
Ed il frigo ? Svuotato ....




- Difficoltà : facile
- Tempo :  1 ora
- Costo : € 4.5


- Ingredienti per 2 persone :

2 piadine

Per le melanzane :
10 fettine di melanzane grigliate 
1 spolverata di prezzemolo tritato 
20 g olio extravergine di oliva 
sale 
origano
15 ml aceto Bianco Bio Demeter

Per il pollo :
350 g di petto di pollo
2 pomodorini
1/2 peperone rosso 
1 cipolla
1/2 bicchiere di vino bianco
1/2 bicchiere di aceto  Bianco Bio Demeter 
1 cucchiaino paprika dolce
1 cucchiaino paprika affumicata
1/2 cucchiaino di curcuma
1 spolverata di curry
1 grattata di noce moscata 
sale qb
pepe nero macinato qb

Per la salsa allo yogurt:
200 g di yogurt greco
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
1 cucchiaio si succo di limone
sale qb
pepe nero macinato qb
pochi aghi di rosmarino tritate




- Preparazione :

Per le melanzane :
Da premettere che io le avevo già pronte in frigo , avanzi appunto del giorno prima. Comunque se avete delle melanzane lavatele, senza sbucciarle  affettatele con uno spessore di circa 5 millimetri  e grigliatele. Appena saranno fredde conditele con olio, aceto Bianco Bio Demeter , sale e una spolverata di origano.

Per il pollo :
Affettate sottilmente tipo straccetti il petto di pollo, mettetelo in una terrina e aggiungete tutte le spezie, l'aceto Bianco Bio Demeter ed il vino bianco (tutti gli ingredienti ad eccezione dei pomodorini, cipolla e peperone). Coprite con della pellicola e lasciate riposare in frigo per almeno tre ore. 
Trascorso tale tempo scolate ben bene  e mischiate con la cipolla ed il peperone  tagliati molto sottilmente, e i pomodorini . Compattate il tutto e chiudetelo nella carta stagnola ed infornate a 200° forno ventilato per 30 minuti. 
Dopo questa prima cottura continuate per altri 20 minuti togliendo il petto di pollo dalla carta stagnola ed adagiandolo su una pirofila rivestita di cartaforno.
E' possibile gustarlo sia tiepido che freddo.

La salsa :
In una terrina mescolate lo yogurt con olio, succo di limone, sale e pepe , ed il rosmarino più che tritato direi polverizzato. Mescolate il tutto.


- Assemblaggio:
Riscaldate la piadina e stendetevi le melanzane. A seguire stendete il pollo su cui cospargerete la salsa allo yogurt. Chiudete arrotolando e buon appetito !!!!!


- Occorrente :
Carta forno, pellicola, terrine , griglia, teglia da forno